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Tempi di attesa lunghi per la consegna delle auto nuove. Cosa sta succedendo al settore automotive?



Ritardi nei tempi di consegna delle auto nuove, boom del valore delle auto usate e listini ufficiali in aumento. Queste sono solo alcune delle principali problematiche legate alla carenza di microchip, un fenomeno che ha avuto conseguenze pesantissime sulla produzione globale di automobili, per non parlare dell’aspetto economico che registra perdite di miliardi di dollari nel settore automotive.

COSA SONO I “CHIP”?

Quelli che vengono definiti chip auto, o microconduttori, sono quei semiconduttori che permettono il funzionamento della parte elettronica delle automobili. Tra questi ci sono, per esempio, i chip del display driver che permettono al cruscotto dell’automobile di illuminarsi (funzionano nello stesso modo di quelli presenti negli smartphone che consentono allo schermo del nostro telefono di illuminarsi). Questi chip auto costano anche meno di un dollaro ma sono indispensabili per far funzionare le automobili che vengono prodotte e che utilizziamo oggigiorno. Permettono infatti di far funzionare e governare innumerevoli funzioni ossia tutto quello che comporta un qualsiasi circuito elettronico o un meccanismo elettrico.

I MOTIVI DELLA CRISI

Sicuramente la pandemia ha contribuito molto in questa crisi e, più avanti, analizzeremo anche come lo ha fatto. Ma per capirlo è necessario sapere che attualmente la complessità tecnologica per la produzione e il basso costo di vendita hanno creato una situazione in cui a nessuno conviene prodursi i chip “in casa”.

Il risultato è un assoluto monopolio di pochissime aziende, prevalentemente cinesi, che realizzano questi componenti per tutto il resto del mondo. I chip sono prodotti in enormi e complessi stabilimenti capaci di produrne milioni a basso costo ma grazie a una programmazione estremamente rigida. Pertanto un rallentamento come quello conseguente la pandemia non è recuperabile in tempi brevi.

Il risultato è che i maggiori costruttori di auto sono continuamente di fronte a un bivio: rallentare la produzione oppure riempire i depositi con auto incomplete. Ovviamente entrambe le opzioni causano un danno consistente.

JEAN-MARC CHERY SPIEGA PERCHÉ QUESTA CRISI CONTINUERÁ ANCHE NEL 2022

In alcune recenti dichiarazioni Jean-Marc Chery, numero uno del maggior gruppo di elettronica (STMicroelectronics), ha spiegato che nel 2022 non si avranno buone notizie nella produzione. Chery stima che la crisi dei semiconduttori si protrarrà almeno fino al 2023 e sottolinea come la capacità produttiva non sia all’altezza della domanda nonostante gli impianti dell’industria dei semiconduttori lavorino 24h su 24h per 360 giorni all’anno. Proprio per questo non è facile aumentare la capacità produttiva dato che l’unica soluzione è quella di acquistare nuovi macchinari per la produzione e aumentare gli spazi.

In poche parole dovranno essere costruiti da zero nuovi stabilimenti e questo richiederà del tempo.

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